«Perché mi sono sempre piaciute le arti marziali»

Così risponde la nostra Margherita, ai microfoni della Rai, al perché tra tutti gli sport abbia scelto proprio il wushu. E’ forse questa, nella sua semplicità, la motivazione che sorregge la nostra scuola da tanti anni? Una cosa è certa: domenica 14 settembre, alla festa dello sport organizzata dal coni a Treviso, di interesse per il wushu ne abbiamo visto e sentito parecchio.

Complice la piacevole giornata di sole, il centro di Treviso è stato teatro di una folla ogni ora più numerosa che, per curiosità o per caso, ha riempito le piazze dove molte associazioni presentavano le proprie discipline. Un successo su molti fronti, immortalato come dicevamo all’inizio, anche dalla televisione pubblica che ha voluto intervistare sia il maestro Claudio che una delle allieve più giovani. Come nell’anno precedente ci è stata affidata piazza Indipendenza, che mani esperte hanno in breve adornato di striscione, gonfalone, vessillo con l’ideogramma cinese WU “marziale, guerriero”, rastrelliera con sciabole, spade, bastoni e lance, punto informativo e impianto audio. Come un meccanismo ben oliato, dopo il saluto e l’augurio iniziale, ci siamo susseguiti senza soluzione di continuità tra il gruppo bambini, stili esterni ed interni, alternando taolu di gruppo a quelle in singolo a tecniche di gamba a terra e in volo, nonché applicazioni di leve articolari. Cosa non dimenticheremo di questa giornata? Il pubblico: interessato, gradevole, a volte entusiasmato. Seguiva attento i nostri salti, impressionato i guizzi delle armi, incuriosito l’onda del taiji quan, ci ha regalato applausi e complimenti, richiesto informazioni, consigli e curiosità. I colori: del nostro gruppo bambini, delle armi, delle nostre uniformi e di chi ci stava intorno. L’atmosfera: positiva, a tratti spensierata e gioiosa. Le ore son passate veloci e senza intoppi. I sorrisi: dei bambini che provavano il wushu per la prima volta e anche quelli dei loro genitori, quando tornavano da loro felici o quando tirandogli il braccio chiedevano “Mi piace, posso farlo?” Tutto questo è stato possibile grazie all’apporto e ai piccoli sacrifici di tutti, ma non dimentichiamoci una cosa soprattutto: lo sforzo di essere in piazza alle 8 del mattino, di allestirla, di riempirla sempre anche quando il fiato era un po’ corto, di dare il meglio di se, di tenere quattro occhi aperti, di non cedere alla stanchezza e non per ultimo anche lo sforzo chiudere con un sorriso la giornata… E’ stato tutto ripagato perché abbiamo raggiunto il nostro scopo, e l’abbiamo raggiunto anche solo quando il passante distratto , pur senza fermarsi, rallentava l’andatura. Anche li, qualcosa è arrivato. Noi il nostro l’abbiamo fatto, ora vedremo quanti spettatori diventeranno allievi, quanti di quelli sguardi un po’ ammaliati e un po’ incerti acquisteranno la presenza e la risolutezza dell’arte marziale.

di Enrico M.